Famiglie e tribù: verso l’incubazione di ecosistema
Kilowatt lavora in rete con numerose realtà della città occupandosi di progetti di consulenza legati all’innovazione sociale, al community organizing e al business design. Uno dei progetti più significativi che abbiamo avuto occasione di sperimentare negli ultimi due anni è stato CoopUP Bologna, un percorso di formazione, networking e incubazione per persone e gruppi con progetti imprenditoriali promosso da Confcooperative Bologna insieme a Irecoop, a Kilowatt e a BCC Emilbanca, presso le Serre dei Giardini Margherita.
In questi due anni di CoopUpBO abbiamo avuto la fortuna di conoscere singoli, gruppi e associazioni con un’idea di impresa e li abbiamo accompagnati per supportarli nella strutturazione, nel rafforzamento e, talvolta, nello stravolgimento del loro progetto iniziale. Questa esperienza – oltre ad aver costituito un arricchimento, speriamo reciproco – ci ha permesso di fare delle prime osservazioni e di trarre alcune conclusioni preliminari e aperte rispetto al modello di incubazione proposto da CoopUp.
Innanzitutto è evidente che, se ci fermiamo a riflettere, la parola incubazione ha in sé il potere di creare narrazioni immaginifiche e pratiche rilevanti, ma oggi a volte date per scontate, non valorizzate. L’esperienza di CoopUp si colloca, a nostro parere, in uno spazio non abitato da altre forme di incubazione, creando dinamiche non familistiche – come spesso accade – ma collaborative, riconducibili a un modello che abbiamo definitotribale.
Questa prima analisi ci ha portato all’elaborazione di un articolo che approfondisce quanto qui accennato, andando ad indagare ed esplorare possibili interpretazioni e sviluppi di questa dinamica. L’obiettivo di questa operazione è duplice: posizionarsi per colmare un vuoto di senso e di attività nel mondo del sostegno alle imprese e proseguire oltre per aprire nuove generazioni di metafore modellizzanti.